Visualizzazione post con etichetta Wordpress. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Wordpress. Mostra tutti i post

martedì 29 luglio 2014

L'ascensore - di Giulia Ciarapica . Istantanee con andamento lento e tumultuoso

"Quel poco di buono che Matilde era riuscita a vedere in un uomo tanto diverso da lei, ma allo stesso tempo così simile, a tratti identico, era svanito nel giro di qualche secondo. Matilde oscillava tra l'essere spietata, sentendosi completamente sicura di sè, e l'essere accondiscendente e accattivante: era una di quelle donne apparentemente tutte d'un pezzo, algide, fredde, prive di emozioni, ed era così che lei, sostanzialmente, amava dipingersi. Il cuore, a volte, avrebbe preferito non averlo, o l'avrebbe barattato molto volentieri con qualcosa di più utile, un altro cervello magari. La sua parte razionale, quella tutta dedita alle spiegazioni logiche, quella parte che tentava ogni volta di trovare un perché anche dove un perché non c'era, proprio perché non doveva esserci, insomma, tutta quella parte puramente scenica, la stava distruggendo piano piano, dolcemente, amabilmente, silenziosamente. La sua sensibilità, il suo romanticismo, vivevano e coltivavano la loro solitudine all'ombra della ragione, quella stessa ragione che puzzava di muffa, di cibo andato a male.
E poi c'era lei, la Matilde irruente, la Matilde passionale, la Matilde forte, quella che viveva di prepotenza, presunzione e arrischiava, osava, si dimenava per ottenere ciò che voleva. E lo otteneva. Ecco, quella Matilde era Andrea. O meglio, Andrea somigliava proprio a quella Matilde lì, quella che non voleva rivali. La prima donna cui nessuno doveva permettersi di rubare il ruolo.
Due Andrea? O due Matilde? "

Racconto breve dai toni spensieratamente inquietanti. Per leggerlo tutto vai su: www.sistafacendosemprepiutardi.wordpress.com

Giulia Ciarapica

lunedì 28 luglio 2014

I disegni della stanchezza su carta straccia, di Giulia Ciarapica - Racconti brevi per lunghe dissertazioni

"La sveglia suonava alle sei, ma il silenzio delle cinque la destava ogni volta. Aveva preso confidenza con quell'ora blanda, le piaceva. Che fuori ci fossero il sole, la pioggia, le nubi, la nebbia, il temporale, quella rimaneva comunque l'ora perfetta: tutto era ancora indecifrabile, promessa dell'avvenire, soffice protezione dalla realtà.
Anche quella mattina Katia aprì gli occhi. La luce si intrufolava tra le fessure delle persiane. Calda e ben augurante, le accarezzava il polpaccio, la coscia, il fianco sinistro.
"Sopravvivere con nonchalance..."
Katia disegnava pensieri di velluto da cucirsi addosso, non voleva ammettere a se stessa che la sua bellezza opaca e dimessa era frutto di una stanchezza senza precedenti, alla quale ogni mattina si abbandonava, cercandone il perché. 
Giorgio riempiva ogni angolo della sua vita accartocciata. 
Arrancava, all'albeggiare di ogni nuovo giorno, nel tentativo di trasformare la spossatezza di vivere in armonia da rassegnazione.
"Sopravvivere con nonchalance... Con nonchalance. Non è poi così difficile..."

Questo l'incipit del racconto, commovente e scritto con grande partecipazione emotiva. 
Per tutti coloro che volessero leggerlo interamente, basta andare su :

www.sistafacendosemprepiutardi.wordpress.com

Giulia Ciarapica