giovedì 12 novembre 2015

Video recensione: #6 L'IMPREVEDIBILE PIANO DELLA SCRITTRICE SENZA NOME di ALICE BASSO

Buonasera a tutti i miei amici lettori!

Oggi vi propongo una nuova video recensione: per la rubrica Il libro suona sempre due volte, suggerisco di leggere L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome di Alice Basso (Garzanti, 2015).



Qui di seguito potete trovare il link alla mia video recensione:

https://www.youtube.com/watch?v=JFXU85h9vCU


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STAY TUNED!

IV edizione "L'altra metà del libro" - Genova 13/14/15/ novembre



Al via domani la quarta edizione di un festival tutto made in Liguria, L’altra metà del libro, una tre giorni – 13/14/15 Novembre 2015 – che si svolgerà al Palazzo Ducale di Genova, durante la quale si alterneranno ospiti di grande prestigio, sia a livello nazionale che internazionale.
Si parte ricordando uno degli intellettuali più complessi e amati di tutto il Novecento, Pier Paolo Pasolini: Rocco Ronchi, venerdì 13, indagherà la cause per cui Pasolini, a distanza di quarant’anni dalla morte, faccia ancora così tanto parlare di sé e delle sue opere, riscuotendo un successo che non accenna ad affievolirsi.
Ma la giornata di venerdì continua in grande stile, con Nicola LagioiaPremio Strega 2015 con La ferocia – e Giorgio Falco che dialogheranno sulla letteratura italiana al giorno d’oggi: nasce, e si sviluppa forse, dalle rovine di un mondo al capolinea? Gli scrittori di oggi, ragazzi degli anni ’70, sono stati influenzati dal loro passato?
Ed è la volta di Paolo Maurensig sabato 14, ore 11, che converserà insieme a Bruno Quaranta del suo Teoria delle ombre (Adelphi, 2015), giunto alla seconda edizione; si procede con la video intervista a Camilleri per continuare, poi, con Adriano Sofri che parlerà, insieme a Luca Borzani, del suo La memoria di Elvira (Sellerio, 2015).
La serata di sabato si concluderà con un dialogo tra Marco Peano – autore de L’invenzione della madre (minimum fax, 2015) – e Marco Missiroli – autore di Atti osceni in luogo privato (Feltrinelli, 2015). I due scrittori parleranno, con Michele Vaccari – curatore della sezione sulla narrativa contemporanea italiana – di femminilità ferita e femminilità conquistata.
La giornata conclusiva, domenica 15 novembre, partirà invece all’insegna dell’internazionalità: Miguel Syjuco, pietra miliare non solo per la letteratura filippina, si interrogherà sul senso della scrittura e sul valore di ciò che gli autori realizzano, mentre Ben Pastor parlerà del suo Kaputt mundi, il terzo romanzo del ciclo dedicato al personaggio di Martin Bora, ufficiale dell'esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale.
E poi ancora ci saranno Maurizio Maggiani in dialogo con Luca Borzani, Yasmina Khadra, grande scrittore algerino, che parlerà de L’ultima notte del Rais, Stefano Bartezzaghi che recupererà le lezioni del grande Italo Calvino ed infine sarà presente la finalista al Premio Campiello 2015, ossia l’abbandonologa Carmen Pellegrino, in dialogo con Aldo Nove.
Ma il festival non finisce qui, perché martedì 24 ci sarà un extra dedicato a Neri Marcoré e Giorgio Gallione che discuteranno sull’importanza della lettura, mentre Carlo Lucarelli chiuderà questa edizione del festival L’altra metà del libro parlando de Il Tempo delle iene (Einaudi, novembre 2015).
Questo, e molto altro, animerà la città di Genova nel prossimo week end novembrino, complici anche le mostre – artistiche e fotografiche – che verranno esposte nel capoluogo ligure e l’evento La Notte dei libri insonni: sabato 14 torna questa magica notte di letture, giochi, laboratori dedicata ai bambini dagli 8 ai 12 anni. Inoltre sarà possibile partecipare – sabato 14, dalle 10 alle 13, dalle 14 alle 17 – al laboratorio di scrittura creativa di Officina letteraria, condotto da Ester Armanino ed Emilia Marasco.
Nel mare magnum dei festival letterari promossi in territorio italiano, L’altra metà del libro vuole offrire nuovi punti di vista e nuove opportunità di dialogo, organizzando incontri che avranno luogo nella splendida cornice di Palazzo Ducale.
Dal 13 al 15 novembre non perdete dunque L’altra metà del libro.



L’hashtag della manifestazione è #gelegge15 

Per maggiori info sul programma clicca qui.

lunedì 9 novembre 2015

Video recensione de "Le tre notti dell'abbondanza" di Paola Cereda

Buonasera amici lettori e lettrici!

Oggi vi propongo qualcosa di nuovo, qualcosa che stuzzichi la creatività e soprattutto la fantasia di gente come voi, appassionata ed intellettualmente vivace.



Vi presento non solo il mio canale YouTube, ma vi voglio proporre un modo nuovo di parlare di libri: le video recensioni stanno ormai diventando un punto di riferimento per chi non ha tempo di leggere una recensione scritta e - a volte - anche lunga (come le mie!).
Perciò ho pensato di facilitarvi il lavoro e di parlare - entro un massimo di 7 minuti - del libro che ogni settimana suggerisco di leggere, avendo in cura la rubrica Il libro suona sempre due volte.

Ebbene, il libro che consiglio questa settimana è Le tre notti dell'abbondanza di Paola Cereda (Piemme, 2015), che ho già avuto il piacere di presentare presso la libreria Il Mercante di Storie (Osimo, AN) lo scorso 9 ottobre.

Ecco, dunque, il link alla video recensione:

https://www.youtube.com/watch?v=UOE9D69I46w



Buona visione e soprattutto...BUONA LETTURA!



venerdì 6 novembre 2015

"Leggere ci rende più forti": combattiamo la violenza con la forza delle parole



Il 30 ottobre è partita un'importante campagna promossa da Giunti Editore - valida fino al 28 novembre - contro la violenza sulle donne e sui bambini soggetti a violenze domestiche in Italia.

Leggere ci rende più forti è un progetto che vuole sostenere la dignità e il coraggio umano utilizzando la forza delle parole: basta acquistare un libro a scelta fra gli oltre 50 testi di narrativa femminile selezionati da Giunti e scontati del 20%.
Il 5% del ricavato sarà destinato alla Fondazione Pangea Onlus, a sostegno del progetto Piccoli ospiti, promosso anche da Maria Grazia Cucinotta.



Per saperne di più, leggete qui il mio articolo per Ghigliottina.it.


CONDIVIDETE, DIFFONDETE E...LEGGETE!

#leggereciredenpiùforti #mammacheblog 




"Il clima ideale" si trova in libreria: l'esordio letterario del giornalista Franco Vanni



Buongiorno amici lettori,
oggi vi segnalo la mia recensione de Il clima ideale di Franco Vanni (Laurana editore, 2015) uscita su Sololibri.net.

Franco Vanni è cronista giudiziario di "la Repubblica" ed ha esordito in campo letterario con un noir che ha le sfumature classiche del giallo, ma tradisce un substrato prettamente letterario: il testo sembra pervaso di un sentimento malinconico che rende il romanzo accattivante e originale, ben al di sopra delle aspettative.

Riporto di seguito la trama che trovate anche sulla quarta di copertina:

"Bosnia orientale, 1992. Sono tutti morti, tranne una ragazza di 16 anni. Ha visto uccidere i suoi genitori ed è prigioniera di Dragan, capo di una formazione paramilitare.
Milano, vent’anni dopo. Michele fa il lobbista, o il “creatore del clima ideale per i clienti”, come dice. È abituato ad avere il controllo in ogni situazione. Ma tutto cambia quando nonno Folco lo incarica di scoprire chi sia davvero Nina, cameriera serba che lavora a Tirana. Qualcosa va storto. Troppa gente si fa male. Qualcuno segue Michele. Perché il nonno vuole informazioni su Nina? Perché tutti quelli che entrano in contatto con lei rischiano la vita? Le risposte si nascondono in un intreccio di indagini private, truppe mercenarie, ambizioni politiche e viaggi notturni fra Milano, l’Albania, la Serbia e la Bosnia. Il clima ideale è un thriller che accompagna il lettore lungo un percorso di sangue, che dalle SS di Adolf Hitler porta alle squadre della morte nell’ex Jugoslavia. Fino al cuore nero dell’Europa".

Per leggere anche un estratto del libro basta cliccare qui.

Ecco invece il LINK alla MIA RECENSIONE:





Per visitare il sito de Il clima ideale basta cliccare qui.


Buona lettura e...come sempre, buon divertimento!






giovedì 5 novembre 2015

Nuovo indirizzo per SE QUESTO E' UN LIBRO!

Buonasera carissimi lettori,

scrivo due righe per comunicarvi che l'indirizzo del blog è stato modificato! Ora potete cercarmi nei motori di ricerca andando su: www.sequestoeunlibro.blogspot.it

Segnato? Bene! Buone letture!

e... STAY TUNED, as usual *


mercoledì 4 novembre 2015

L'esordio vincente della scrittrice con un nome: Alice Basso

«Devo chiederglielo, Sarca. Mi faccia capire. Come ha fatto a impararlo? Ci è nata? O lo è diventata a un certo punto della vita? E, se è così, a causa di cosa?»«Mi scusi ma non capisco, commissario. "Diventata" come?»«Ma così Sarca. Capace di entrare nella testa degli altri. (…)»
È così: Silvana (Cassandra) SarcaVani per gli amici, se di amici si può parlare per questa fanciulla solitaria e cupa – trentaquattro anni, residente in quel di Torino – la zona meno chic, intendiamoci – ha la capacità innata di immedesimarsi nei panni degli altri. O meglio, ha la capacità di diventare qualcun altro: pensare allo stesso modo, parlare allo stesso modo, ma soprattutto scrivere allo stesso modo. Perché scrivere è una delle cose che Vani sa fare meglio.
Questo personaggio strambo, che veste sempre di nero, che non si separa mai dal suo lungo impermeabile logorato dal tempo e dal grigiore torinese, con un ciuffo di capelli – anch’esso nerissimo, beninteso – che le copre quasi completamente l’occhio sinistro, insomma, questa Vani Sarca che tanto somiglia a Lisbeth Salander, è la protagonista di un esordio letterario a dir poco sorprendente. Lei è la ghostwriter che ci presenta Alice Basso nel suo primo romanzo L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome (Garzanti, 2015, pp.271).



 No, non è la solita storia a sfondo rosa, e no, non è la solita storiella costruita nell’ambiente editoriale, dove i libri sembrano essere l’unica ragione di vita per il protagonista. Questa è una vicenda che fa leva soprattutto sull’originalità: Vani è una ragazza disillusa, disincantata, che non si fida più della gente e che si tiene lontana dalla calca della mondanità, è sarcastica, apparentemente sprezzante, annoiata da qualsiasi cosa, in una parola ferita. Sì, perché al di là dell’aspetto aggressivo, degli stivali che vorrebbero intimorire e del rossetto viola che impone una barriera tra lei e il resto del mondo, Vani ha un passato fatto di piccole mancanze, di fugaci sguardi di disapprovazione, di brevi e spensierate battute che hanno minato, a poco a poco, il vissuto di una Donna Diversa. Lei non è come tutti, lei ha grandi qualità, lei è capace di essere qualcun altro senza perdersi mai di vista. Come sfruttare questo dono, accuratamente affinato con lo scorrere del tempo? Scrivendo romanzi per questo fantomatico qualcun altro. Ed ecco che la signorina Sarca diventa la ghostwriter per le Edizioni L’Erica.
L’empatia profonda e l’intuito formidabile porteranno Vani a scrivere per diversi autori, fino a quando non arriva L’Autore per cui scrivere Il Libro. Si tratta di Riccardo Randi, scrittore che ha già accumulato un discreto successo, ma che ora non riesce a destreggiarsi nei meandri del classico “blocco”. Enrico Fuschi, editore delle Edizioni L’Erica, nonché capo di Vani, per la prima volta decide che è necessario che la ghostwriter incontri l’autore per capire che cosa ne sarà del lavoro. Non solo Più dritto di una corda di chitarra diventerà un romanzo di grande successo, ma anche il cuore di Vani sembrerà aprirsi dopo tanto tempo ai languori dell’amore, complice una immediata sintonia che sembra instaurarsi tra la ghostwriter e Riccardo.
Purtroppo questo vivace momento sentimentale cozza con gli impegni lavorativi della dottoressa Sarca, perché Vani, in questo momento, non può distrarsi: sta lavorando ad un nuovo romanzo di una nota scrittrice, Bianca Dell’Arte Cantavilla, famosa per le sue Cronache angeliche, in cui riporterebbe i messaggi che le riferiscono gli angeli con cui è in contatto.
Niente di più lontano da Vani, eppure deve, come sempre, svolgere brillantemente il suo lavoro, salvo incappare in quello che, per lei, sarà un vero e proprio caso da risolvere. Bianca è scomparsa. Sarà proprio Vani ad aiutare il commissario Berganza a seguire la pista che li porteranno alla soluzione del caso.
Come detto in precedenza, non si tratta di una storia d’amore, non si tratta di un giallo, non si tratta neanche di una commedia a sfondo prettamente comico. L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome è tutto questo messo insieme, in modo a dir poco magistrale e intelligente. Accanto alla quotidianità di Vani, fatta di libri, scrittori da studiare, analizzare e “riprodurre”, scivola di sottecchi la vicenda sentimentale con Riccardo. Mentre la protagonista cerca di districarsi con una materia – l’amore – che ha dimenticato per troppo tempo chiusa nel cassetto, si insinua nella sua vita un caso di sequestro di persona, che la porterà ad incontrare un commissario che crede fermamente nelle sue qualità, riconoscendone un talento unico e per questo utile allo svolgimento delle indagini.
Con una scrittura che oscilla tra ironia, sarcasmo e la leggerezza classica dell’informalità, Alice Basso crea un personaggio a cui è impossibile non affezionarsi, complice uno stile che subito stringe amicizia con il lettore. Vani Sarca possiede una particolarità: esteriormente assomiglia a Lisbeth Salander, ha la stessa pungente e acuta ironia dei migliori protagonisti di romanzi gialli, e tuttavia è un personaggio che riesce a somigliare solo a se stesso, unico nel suo genere.
Vani conserva mille sfumature, tipiche di chi è integro fuori ma lacerato dentro: dietro al sarcasmo, all’ironia di cui si serve per attaccare, prima ancora di essere attaccata, si nasconde la bontà dei disillusi, che poi così disillusi non sono mai.
“È precisamente questo – questo mio vacillare sul bordo del dubbio – che mi fa incazzare.Io odio sentirmi destabilizzata”.
Chi è in realtà Vani? Non è forse il genio incompreso che si rifugia dietro al paravento del menefreghismo, per paura di sporcarsi le mani con la vita? Per paura, forse, di rimanerci di nuovo male, memore delle ferite di un’intera esistenza, ancora non del tutto risanate, sempre pronte a riaprirsi e a sanguinare?
A mano a mano che si procede con la lettura, ci si accorge che proprio questa protagonista – apparentemente tutta d’un pezzo, avvolta nel suo impermeabile nero – ha bisogno di evolversi, di crescere, di conoscersi anche, e lo fa con il lettore, di fronte al lettore. Si mette a nudo ed impara a mettersi in gioco proprio in corso d’opera.
È per questo che L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome non è solo un romanzo in cui la saccente protagonista insegna al pubblico come districarsi nel mondo dell’editoria, come fare del proprio lavoro un CAPOlavoro, ma insegna soprattutto l’arte dell’esistere, che è ben diverso dal saper vivere. Esistere implica l’esserci, con tutti i sentimenti e con tutta l’intuizione di cui si è capaci. La costruzione – o, come in questo caso, la ri-costruzione – di se stessi avviene sempre mettendoci la faccia, proprio come sceglie di fare Vani.
“Nessuno si propone mai per un ruolo da ghostwriter. Intanto perché è un ruolo di merda: tutti vogliono diventare scrittori, nessuno vuole che qualcun altro firmi i suoi libri. E poi perché è un lavoro maledettamente difficile. E, infatti, rarissimo”.
Ed eccoci al tema chiave del romanzo: il lavoro di ghostwriter. Quello di Alice Basso è forse il primo caso in Italia in cui il protagonista di un romanzo d’esordio è un personaggio scomodo, che fa un lavoro altrettanto scomodo e di cui si parla davvero pochissimo. Questa volta si guarda al mondo dell’editoria con occhi decisamente differenti: in primis in modo molto più disincantato, e per questo più realistico; in secundis si parte dal presupposto che il pubblico sia anche un pubblico curioso. Quanti dei lettori della Basso saranno degli aspiranti scrittori? Quanti degli aspiranti editor, redattori, ghostwriter (perché no?) o semplici appassionati della materia? Ebbene la giovane autrice di carne sul fuoco ne mette a volontà, regalandoci un nuovo e originale punto di vista, con l’aiuto dello sguardo attento di chi lavora nel buio, dietro le quinte.
Accanto alle descrizioni particolareggiate ed esilaranti dei singoli personaggi, troneggia la figura del commissario Berganza: sebbene assomigli molto al Philippe Marlowe di Chandler, tuttavia – anch’esso – riesce ad assomigliare realmente solo a se stesso. Nessun intuito sopraffino – e artificioso – alla Sherlock Holmes: questa volta abbiamo qualcosa di molto più realistico, abbiamo un commissario preparato, che sa il fatto suo e che si avvale dell’aiuto di una giovane donna che riesce ad entrare nella mente delle persone. All’umiltà – inaspettata – e al coraggio di Berganza, si mescolano grande intelligenza e soprattutto una preparazione letteraria che riecheggia, in verità, in tutto il romanzo.
Ed ecco l’altro punto di forza del libro: Alice Basso sfodera la sua cultura in campo letterario ed artistico senza che il lettore ne venga sopraffatto. Inserisce citazioni colte in ogni anfratto disponibile del romanzo, nei dialoghi tra i personaggi, nel finale che, pur non contenendo in modo esplicito dei riferimenti letterari, resta pur sempre un finale degno dei migliori gialli della Christie, in cui sembra di sentir parlare un Poirot in gonnella.
Prendendo sapientemente in giro i grandi classici della cultura internazionale, la Basso insegna senza mettersi in cattedra, ma piuttosto gioca con il lettore stimolandone la vivacità intellettiva.

L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome non è solo un romanzo. È l’esilarante miscuglio di intelligenza, arguzia, ironia e bravura. Non ve ne pentirete.